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Da Camera di Commercio e istituti di credito una mano tesa a imprese e privati in difficoltà per la chiusura dell’E45

L’ente camerale metterà a disposizione 100mila euro per abbattere gli interessi di nuovi finanziamenti - Le banche pronte ad attivare una moratoria per gli interessi dei finanziamenti già in essere

 
Si è svolto questa mattina l’incontro tra i firmatari del Protocollo d’intesa per l’E45 – e più precisamente per organizzare l’accesso ai benefici e alle agevolazioni previste dalla Regione Emilia-Romagna (al momento 250.000 euro per ammortizzatori sociali ai lavoratori, aiuti economici a famiglie ed) - e gli Istituti bancari del territorio.“Abbiamo convocato questo incontro – spiegano il Presidente dell’Unione Valle Savio Paolo Lucchi ed il Vicepresidente Marco Baccini, che hanno coordinato la riunione, affiancati dai Sindaci di Mercato Saraceno Monica Rossi, di Sarsina Enrico Cangini, di Verghereto Enrico Salvi  – recependo una richiesta emersa durante il Tavolo di emergenza sulla E45 del 25 gennaio scorso. In quella sede, alla presenza del Presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini e dell’Assessore regionale alla Protezione Civile Paola Gazzolo, Sindacati ed Associazioni di categoria e di impresa, ci avevano sollecitato a coinvolgere gli istituti di credito del nostro territorio, per individuare insieme ulteriori strumenti a sostegno di quei lavoratori, imprese e famiglie che stanno subendo le drammatiche conseguenze di questa situazione”.“L’incontro di oggi, esteso alle Cooperative di Garanzia ed alla Camera di Commercio, è stato molto positivo.
La Camera di Commercio ha infatti annunciato che porterà da 500mila a 600mila euro il proprio fondo destinato alle imprese, mettendo adisposizione delle cooperative di garanzia delle associazioni un plafond aggiuntivo di 100.000 euro che servirà ad abbattere i tassi di interesse per la concessione di nuovi finanziamenti alle imprese in difficoltà a causa della chiusura della E45. Dal canto loro, invece, gli istituti bancari presenti (BCC di Sarsina, Bper Banca, CreditComm, Credito Coop. Romagnolo, Crédit Agricole) si sono dichiarati pronti ad attivare una moratoria per tutti i finanziamenti attivati da imprenditori e cittadini dei territori colpiti dalla chiusura della superstrada, sia in conto capitale che per interessi, azzerando per 12-18 mesi le rate, senza aggiunta di alcun costo.
Nei prossimi giorni, ciascuna banca ci invierà la propria proposta specifica per imprese e cittadini, che condivideremo con nel tavolo di coordinamento, composto da tutti i soggetti firmatari dell’accordo. Le banche, inoltre, hanno segnalato di considerare molto utile la ricognizione  dei danni che il tavolo di coordinamento attiverà dopo la prossima riunione, fissata per il 7 febbraio: i dati che raccoglieremo, infatti, serviranno anche a loro per acquisire la possibile dimensione della difficoltà economica provocata dalla chiusura dell’E45”.Tuttavia rimane la consapevolezza che queste misure, così come gli aiuti messi a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna, non possono essere la soluzione al problema, che è molto complesso e per il quale Presidente e Vicepresidente dell’Unione Valle Savio continuano a sollecitare il Governo di fare la propria parte, minacciando anche una prossima manifestazione pubblica, proprio a ridosso dei “palazzi della politica romana”.

“L’ormai annunciata prossima riapertura del viadotto Puleto ai mezzi leggeri – proseguono Lucchi e Baccini – lo sappiamo bene è una soluzione parziale, che può fornire una prima risposta per il transito dei mezzi leggeri, lasciando tuttavia irrisolto il problema più rilevante, ovvero la circolazione dei mezzi pesanti, che rappresenta il tema focale attorno al quale ruota l’economia delle nostre aziende. Dalle informazioni che stanno girando, infatti, pare che servirà molto più di un anno per sistemare definitivamente la E45, riaprendo il traffico sul viadotto Puleto anche ai mezzi pesanti.
E, ad essere ottimisti, serviranno più di 7 mesi perché la vecchia strada statale umbro casentinese sia resa percorribile per tutti (soluzione, questa, che ad ogni modo non risolverebbe il problema). A fronte di questa situazione, né il Ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli, al quale abbiamo scritto di nuovo venerdì scorso per sollecitarlo a convocare quanto prima il Tavolo di emergenza che ci aveva garantito lo scorso 22 gennaio, né quello dello Sviluppo Economico e del Welfare Luigi Di Maio, che abbiamo più volte contattato ufficialmente per un incontro indispensabile a mettere in campo le necessarie misure di tutela ad imprese, famiglie e lavoratori, si degnano di darci una risposta. Se servirà – concludono Presidente e Vicepresidente – non esiteremo a muoverci per organizzare una manifestazione a Roma.
Non ci restano molte cose da fare per far sentire di nuovo la nostra voce e tenere accesi i riflettori su questa gravissima vicenda. E noi, assieme a lavoratori, famiglie ed imprese che stanno subendo le conseguenze negative di quello che per tanti è un vero e proprio dramma, siamo pronti a tutto per imporre alla politica romana, poco interessata al nostro territorio, di fare la propria parte. Se non ci ascoltano, ci faremo sentire”.